sabato 8 giugno 2013

AAA CERCASI CENTRODESTRA

Sul fronte del centrodestra il recente risultato delle elezioni regionali è stato chiarissimo: l'elettore liberale è in primis "un non unionista". 
E' così che si spiega l'azzeramento del PdL valdostano passato da quattro consiglieri a zero. La politica di primo maggiordomo dell'area autonomista servita dal PdL in questi ultimi tre anni non è stata apprezzata dagli elettori di centrodestra. La follia della classe dirigente pidiellina valdostana di  pretendere di essere forza di governo senza in realtà governare alcunché e rinnegando la propria identità politica, pur di stare formalmente nella maggioranza autonomista, è stata bocciata dall'elettorato. Non è bastato spendere il nome di "Berlusconi Presidente" sul simbolo elettorale per rimanere a Palazzo regionale; il riferimento alla funzione presidenziale - del tutto fuori luogo e decontestualizzato - evidenziava il disperato tentativo di far prevalere il richiamo al leader, per far dimenticare l'inconsistenza degli ultimi anni di non politica in Valle d'Aosta. Ma l'assenza del PdL alle elezioni politiche tenutesi tre mesi fa, a febbraio, e l'invito a votare i candidati autonomisti, l'uno targato U.V. e l'altro S.A., era un ricordo difficile da dimenticare anche per gli elettori più smemorati. Altrettanto difficile da dimenticare i complimenti telefonici - quanto mai inopportuni - fatti da un un distratto Berlusconi alla disastrosa classe dirigente pidiellina regionale.
Così gli elettori di  centrodestra si sono dispersi tra l'opposizione del momento -M5S- la nascente proposta di area rappresentata da LeALI, il non voto e il voto nullo.
La scomparsa del PdL è dunque cosa ben diversa dalla scomparsa degli elettori - arrabbiati e demotivati - di centrodestra, i quali non sono spariti, ma  attendono di capire chi possa dare loro voce e coerente rappresentanza per arginare e ridimensionare l'ormai vacillante sistema clientelare unionista.
Le risposte non verranno sicuramente dalla "badogliana" classe dirigente del defunto PdL, la quale tra abbandoni - il coordinatore, ormai ex,  Alberto Zucchi - fughe in altri improbabili lidi - l'ex Capogruppo Massimo Lattanzi - e inconsistenti terze fila, sembra aver esaurito ogni residua risorsa.  
LeALI ha tutte le carte in regola per riaggregare su presupposti coerenti l'intera area politica del centrodestra valdostano. I valori liberali sono alternativi all'attuale gestione delle risorse pubbliche regionali e agli attuali metodi di amministrazione clientelare. LeALI si propone di rimettere l'Amministrazione pubblica al servizio del cittadino e dei suoi interessi, riportando l'azione pubblica ai principi del buongoverno, del merito, delle competenze, del contenimento degli interventi pubblici agli ambiti istituzionali. 
LeALI vuol essere un progetto politico aperto a tutti i cittadini con un comune sentire liberale, stanchi di soggiacere all'arroganza di un potere pubblico fine a se stesso, costruito con i soldi di tutti - riparto fiscale -  ma a vantaggio di pochi. L'impegno politico deve ritrovare una dimensione etica, che possa esprimere sulla scena politica persone già realizzate nella loro sfera personale, le quali mettano al servizio del bene pubblico le loro conoscenze e le loro esperienze. L'era della politica di mestiere, erede del concetto monarco-dinastico, è ormai al tramonto e va evitato il rischio che la politica continui a rimanere appannaggio di cerchie ristrette di persone  - tecnocrati spregiudicati - sul pretesto di un'emergenza in realtà a loro funzionale.

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